sabato 5 maggio 2007

Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri

Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” [Gv 13,31-33.34-35]

Conosco persone che amano molto più di me, che si sacrificano per gli altri (vicini e lontani), che sono pazienti e che sono sempre disposte a fare del bene. Alcune di queste persone non sono credenti. Spesso sono anche anticlericali.

Contemporaneamente noto che ci sono fedeli pronti a gesti eroici per amore di Gesù Cristo, della sua Chiesa o per amore della Parola del Vangelo: non penso solo alle schiere dei Martiri della Chiesa nei secoli ma anche a comuni fedeli che hanno saputo fare piccoli grandi gesti nella loro ordinarietà. Penso ad esempio a quellei che sono capaci di perdonare chi ha loro commesso efferati delitti (ad esempio i fatti di Erba).

Il bello del Cristianesimo è che non è una dottrina umana. Ma una rivelazione e un incontro con Cristo, che è il figlio di Dio. Facendo esperienza nella vita di questo incontro posso imparare ad amare (mi dispiace ora non ne sono capace) in maniera autentica. Sicuramente devo faticare e lottare spiritualmente. Ma so che al mio fianco c'è Gesù e so che se gli chiedo di insegnarmi ad amare in maniera autentica (che è quello che ci dice di fare in questo brano) piano piano mi rivelerà la strada.

"Sapranno che siete miei discepoli": anche qui ci sono due immagini contrastanti: da un lato vi sono quelli che manifestano in maniera forte la propria devozione: simboli religiosi messi in evidenza, esagerazione nel vedere manifestazioni divine, neo-convertiti che salgono subito in cattedra (oltre a mettersi in vetrina) a impartire lezioni e certezze. Dal lato opposto vi sono timidi cristiani che hanno paura di mostrare la propria religiosità, preferendo un atteggiamento pudico nelle varie situazioni di vita: sul lavoro, a scuola, con gli amici. A volte però non si tratta di un sano e umile silenzio ma piuttosto emerge la paura di esporsi, di mettersi in gioco e di essere perseguitati dalla falsa luce del mondo.

Anche qui non posso che chiedere a Gesù cosa fare per far capire che sono suo discepolo perchè se mi affido solo alle mie capacità umane rischierò di finire e nell'uno o nell'altro schieramento.


PS
ho trovato un sito che raccoglie diverse omelie e commenti per ogni brano di Vangelo (lo ho riportato nella sezioni degli approfondimenti). E' un sito di enorme ricchezza. Tuttavia quello che secondo me manca o che non ho ancora trovato è una comunità virtuale su cui discutere del Vangelo, nel bene e nel male, nella polemica e nella devozione tra credenti e non credenti. E' lo scopo che si prefigge questo sito.

Per l'approfondimento
Padre Paolo Curtaz [Omelia]
Don Walter Magni [Blog]
Don Gennaro Matino [Mp3] (aggiornato di solito il lunedi/martedi)
Raccolta di omelie da Parole Nuove [Omelie]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gesù sa' che sta' per vivere dei momenti di sofferenza intensa e tutto questo commincia con il tradimento di Giuda.
E in questo modo che Gesù è glorificato. La gloria di Gesù non consiste nel potere che Giuda sperava ma nel portare la croce, nella sofferenza.
Ed è con questa sofferenza estrema che Gesù glorifichera' Il Padre e salvera le anime.
Altresi, Gesù chiede ad ognuno di noi di seguirLo nello stesso modo. Come ha detto prima, ci chiede di seguirLo rinunciando a noi stessi e prendendo la nostra croce.
Nello stesso modo, Gesù chiede di amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi. Non è la strada la più semplice perchèspesso rimaniamo nei nostri egoÏsmi, nelle nostre paure e nella nostra pigrizia.
Ho avuto la possibilita' una settimana fa' di vivere intensamente questo vangelo incontrando un giovane disperato che è entrato nella chiesa dove mi trovavo durante il nostro gruppo di preghiere.
Questo ragazzo mi ha aiutato ad aprire gli occhi del mio cuore.
Avevo 2 scelte davvanti a me : ignorare la sua sofferenza o accoglierlo nonostante il fatto che sembrava ubriaco e che poteva fare qualcosa di pericoloso.
Ho scelto di seguire Gesù e di vedere in questa persona il volto di Cristo.
Ma non è sempre che i nostri cuori siano disposti a fare questo. Quello che Gesù ci chiede è un cammino esigente. Amando gli altri, dobbiamo dimenticare se stessi e essere al servizio del fratello o della sorella che ci viene messo accanto.
Apriamo dunque i nostri cuori all'amore di Cristo e trasmettiamolo atorno a noi. Gesù cammina accanto a noi. Lui è nostro modello e La nostra guida. Non abbiamo paura e apriamo i nostri cuori alla Sua parola.

Anonimo ha detto...

In questa settimana liturgica, il comandamento dell'amore risuona imperioso e sconvolgente. "Amatevi come io vi ho amato". E' una parola! Come si fa ad amare come ha fatto Lui? Dio non ci ama perchè siamo buoni, ma perchè ci ha creati, e noi siamo suoi, figli generati non per errore, ma per un atto di incondizionato amore.
" Rimanete nel mio amore"
Forse questa è la chiave per rispondere alla chiamata, la chiave per fare quello che lui ha fatto. Solo in Lui possiamo trovare la forza, la perseveranza, la volontà,la gioia, di amare perdonando non sette, ma settanta volte sette.

laprimaparola

Il tempo è nelle nostre mani, nella misura in cui l'infinito è nei nostri cuori